Come scegliere (o creare) il nome giusto per il proprio Brand aziendale: metodo pratico in 4 step
Decidere il nome giusto per il proprio brand aziendale – brand name, per dirla all’inglese – non è affatto facile: è un po’ come scegliere il nome di un figlio. Deve essere piacevole e orecchiabile, breve e semplice, ma anche incisivo e caratterizzante, per non cadere nell’anonimato. Però non deve essere vincolante o eccessivo… Insomma, scegliere il brand name e tutto fuorché un gioco da ragazzi!
Per semplificare il lavoro vediamo un metodo pratico che in “soli” 4 step ti fa passare dal foglio bianco a un nome convincente ed efficace.
Nome, ragione sociale e dominio: le differenze
Prima di scegliere il nome del brand aziendale dobbiamo fare una premessa importante: nome, ragione sociale e dominio non solo la stessa cosa.
Chiariamo le differenze:
- la ragione sociale è il nome della società registrato in camera di commercio ed è utilizzata nei documenti ufficiali;
- il nome del brand (o brand name) è il nome colloquiale, quello con cui l’azienda è conosciuta da tutti;
- il dominio è l’indirizzo del sito web. Ad esempio, il nostro dominio è spaceagency.pro.
La ragione sociale può essere completamente scollegata dagli altri due; invece il nome del brand e il nome del dominio dovrebbero sempre essere coerenti.
Metodo in 4 step per scegliere (o creare) il nome del brand
Quando si deve scegliere il nome del proprio brand, di solito, si ci ritrova in una di queste due casistiche:
- si ha già un nome in testa. In questo caso si fanno una serie di verifiche per valutare se quel nome va bene così com’è o necessita di piccoli aggiustamenti.
- Oppure, non si sa da che parte partire e viene a far capolino la “sindrome della pagina bianca”. Si può risolvere questo empasse con una scaletta: facciamo un vero e proprio piano di lavoro e raccogliamo tutti i dati che possono tornarci utili.
Ecco qui i 4 step utili per scegliere il nome:
- Raccolta dati
- Brainstorming
- Scrematura e sintesi
- Elementi secondari (logo e payoff)
Approfondiamo tutti i punti, uno a uno.
1. Raccolta dati
La prima fase consiste nella raccolta dei dati che possono essere utili.
Quali sono questi dati? Ad esempio, come primissima cosa, è importante conoscere i nomi dei concorrenti per evitare di andare a sovrapporvi.
Potrebbero essere molto utili anche una SWOT analysis dell’attività e la lista di valori per i quali si vuole essere conosciuti (e riconosciuti) rispetto al mercato e alla concorrenza.
Non da meno è il diagramma di posizionamento sul mercato per capire dove si sono posizionati i competitor e dove possiamo posizionarci noi con il nostro brand. Se non ce lo abbiamo possiamo partire suddividendo il mercato in modo da distinguerci dai competitor, cercando almeno una “zona” all’interno dello schema dove poterci posizionare.
Se non si sa che parametri utilizzare per differenziarsi, si può iniziare considerando qualità-prezzo e velocità-cura del prodotto. Ma questi sono solo elementi di partenza, è bene non risparmiare tempo nell’analisi: conoscere i propri elementi distintivi è fondamentale.
Analizzare nomi, loghi e posizionamento dei competitor è utile anche per conoscere meglio il proprio brand e fare una riflessione sulla propria identità.
Conoscere i propri valori
Tra i dati da tenere in considerazione ci sono anche i propri valori. Vediamo come raccoglierli.
Prendiamo quanti più colleghi possibile e invitiamo ciascuno a scrivere su carta la propria lista di valori. Teniamo i più votati o i più importanti.
Possiamo anche aggiungere un valore non ancora pienamente raggiunto, ma che è un obiettivo futuro. Ricordiamo però che poi non lo raggiungiamo abbiamo sprecato tempo a tenerlo nella lista di valori.
Alla fine di questa prima fase, abbiamo raccolto una lista di 4-5 valori principali e un paragrafo di poche righe – ovvero uno script – che riassume gli elementi che non devono mancare.
Vediamo, come esempio, lo script di un corriere espresso:
Il brand dovrà evocare dinamismo e far percepire la presenza del nostro team di giovani motivati, l’attenzione ai dettagli e l’accoglienza verso il cliente. Il nostro servizio è più economico e rapido, grazie alla minor burocrazia e a un uso intelligente dei sistemi informatici.
La nostra clientela è nazionale e poco propensa all’uso di parole straniere, se non di livello base.
Evitare le doppie, per evitare possibili problemi sotto dettatura.
2. Brainstorming
Il brainstorming – ovvero “tempesta di cervelli” – è la fase più divertente… e si può fare anche sorseggiando una birretta con i colleghi! In questa fase, infatti, vale tutto e il giudizio dev’essere sospeso.
Bisogna mettere in lista tutte le parole che passano per la testa: nomi di città, suoni, colori, profumi, giochi di parole, elementi chimici… qualsiasi cosa ci venga in mente guardando l’azienda, i colleghi, lo script coi valori e i punti di forza.
Questa è la fase in cui si raccolgono tutte – ma proprio tutte – le idee. Sarà nella fase successiva che si farà pulizia.
3. Scrematura e sintesi
Se nel brainstorming avevamo una lista di 5, 10, 50 nomi tra cui scegliere, nella fase di scrematura dobbiamo eliminarli tutti tranne uno: il nome del brand aziendale.
In questa fase dobbiamo essere spietati nel fare il tiro al piccione. Qualsiasi nome non soddisfi i criteri (che vediamo tra poco) lo dobbiamo eliminare.
Un buon trucco è cambiare le persone, ovvero, chi ha fatto il brainstorming non parteciperà alla scrematura e viceversa. In questo modo si spezza qualsiasi legame sentimentale tra la persona e la parola a cui era più affezionata.
È ora di essere seri e rigorosi e sottoporre ciascuna proposta a un esame molto selettivo. Vediamo i criteri di selezione principali.
- Brevità. Più il nome è breve, meglio è. Bisogna tenere a mente che ci saranno email aziendali, sito web, ecc.
- Chiarezza. Il nome deve essere comprensibile, orecchiabile e facile da pronunciare per tutti.
- Coerenza con i valori. Ci dobbiamo chiedere: “quanto evoca i nostri valori?”. Non possiamo scegliere un nome che contraddica tutte le cose per cui stiamo lavorando.
- Musicalità e forza. In questo caso è opportuno uno stress test: è bene provare a pronunciare tante volte il nome, anche con accenti diversi o chiedendo ad amici stranieri che hanno qualche difetto di pronuncia. Dobbiamo immaginare di dettarlo in mezzo alla confusione o durante una telefonata disturbata, anche in queste situaizoni non devono nascere fraintendimenti, doppi sensi, oscenità. Se supera queste prove, il nome che abbiamo trovato è forte e originale.
- Non equivoco. Il nome è equivoco se, ad esempio, è troppo simile o confondibile con quello di un competitor. Dobbiamo scegliere un nome diverso anche per non rischiare che la nostra pubblicità vada ad avvantaggiare qualcun altro, oppure che le recensioni – magari negative – di un competitor arrivino a noi per sbaglio.
- SEO. La scelta del nome è molto importante anche per la SEO: nomi descrittivi facilitano molto il motore di ricerca, anche se hanno qualche controindicazione (video dedicato!).
- Geografia. Possiamo completare il nome aggiungendo il nome della nostra città o dell’area geografica in cui operiamo. Attenzione però: ciò potrebbe svantaggiarci in futuro se l’attività dovesse espandersi.
Se il nome prescelto ci piace e rispetta tutti questi criteri possiamo eleggerlo come vincitore? No, non ancora.
Prima di approvarlo definitivamente dobbiamo verificare che siano disponibili i domini .com o .it.
4. Completare il nome con logo e payoff
Il nome si può definire completo quando si vanno ad aggiungere il marchio e il payoff.
Con un logo accattivante e una frasettina – ovvero il payoff – si possono risolvere problematiche di contraddizione o comprensione che possono nascere lasciando il nome “da solo”.
Il Payoff, soprattutto nel caso in cui optiamo per una strategia con nomi propri o evocativi, diventa molto importante per recuperare punti SEO e per dare una indicazione sulla tipologia di attività o prodotti che trattiamo.
È il nome giusto per il nostro brand?
Abbiamo visto tutti e 4 gli step necessari per creare il nome del nostro brand. Ma non abbiamo ancora detto un concetto fondamentale: il nome ci deve piacere, deve risuonare con la nostra sensibilità ed essere affine a noi e al nostro brand.
Infatti, non basta che soddisfi tutti i criteri sopra elencati: ci deve illuminare e trasmettere carica e motivazione.
Se hai paura di perderti in tutti questi passaggi, chiedere aiuto a un consulente può certamente essere d’aiuto. Noi di Space Agency offriamo anche questo servizio, per qualsiasi richiesta, dubbio o delucidazione: contattaci.
Per continuare a scoprire come creare il tuo nome ti consigliamo di approfondire leggendo l’articolo sul Brand name: nomi propri, descrittivi ed evocativi.